Labirinto della Masone: un’esperienza unica tra bambù ed arte
Buongiorno mamme e papà, oggi vi porterò in un labirinto, il Labirinto della Masone.
Domenica, infatti, sfidando il caldo, Emiliano, Fausto (l’ingegnere con cui divido casa e vita) ed io abbiamo visitato il Labirinto della Masone, che si trova a Fontanellato, in provincia di Parma.
Ad accoglierci Annalisa, la gentilissima e preparatissima responsabile della didattica, ovvero la persona che organizza e gestisce le visite guidate per le scuole oppure per gruppi con bambini: ieri era tutta per noi!
Annalisa ci ha portato a scoprire la collezione di opere che Franco Maria Ricci, proprietario, ma soprattutto ideatore del Labirinto, ha raccolto in anni ed anni di ricerche ed ha voluto condividere con tutti. Se temete che i vostri bambini possano annoiarsi nel visitare una collezione di opere d’arte vi rassicuro subito: già dalla prima sala Emiliano aveva gli occhi spalancati dallo stupore, incantato ad ammirare la bellissima Jaguar nera (quella di Diabolik) che riempie tutto lo spazio e altri strani oggetti.
E poi, insieme alla nostra preziosa guida, abbiamo visitato le sale dove sono esposti dipinti di pittori famosi come il Carracci o lo Schedoni, busti, miniature che attraversano cinque secoli di Storia dell’Arte, dal XVI al XX. Ci siamo soffermati ad ammirare diverse opere anche nella bellissima mostra Tesori d’oriente, dove sono esposti veri capolavori, oggetti finemente lavorati in avorio, madreperla, pietre dure.
E poi, dopo esserci riforniti d’acqua ed aver salutato, insieme alla nostra guida, l’aria condizionata, ci siamo addentrati nel labirinto.
Il Labirinto della Masone è il più grande labirinto esistente, composto interamente di piante di bambù (in totale sono circa 200.000), appartenenti ad una ventina di specie diverse, alte tra i 30 centimetri e i 15 metri. Il percorso è lungo oltre 3 chilometri e nel perimetro esterno riproduce la forma della stella, tipica della città fortificate come Palmanova del Friuli (città d’origine della mia famiglia, tra l’altro), mentre all’interno ha la classica forma a spirale, tipica dei labirinti.
In alcuni punti del Labirinto della Masone si trovano dei numeri, da 1 a 15, sistemati non in modo progressivo, ma labirintico, appunto. Ogni volta che ne trovava uno per Emiliano era una piccola vittoria, ma anche una scusa per una piccola sosta e per fare congetture insieme al suo papà sulla direzione da prendere.
Se si entra in un labirinto con un ingegnere e con un bambino con un’innata capacità di risolvere i labirinti l’atteggiamento giusto è assecondarli, seguirli e magari dare qualche suggerimento quando proprio vedi che stanno tornando indietro. E così ho fatto. Ogni tanto, lungo il percorso, ci sono delle mappe: abbiamo incontrato molte persone che le hanno fotografate e poi seguivano il percorso mappa alla mano. Secondo voi il mio piccolo pompiere cosa ha detto? “Non è leale, bisogna trovare da soli la strada!!” e devo dire che eravamo d’accordo tutti e tre.
All’ingresso comunque ci hanno dato un cartellino con il numero di emergenza, quindi nel caso doveste proprio perdervi…. ma sono certa che non vi succederà! Ah questi cartellini adesivi servono anche per permettervi di uscire e di rientrare nel labirinto in tutta tranquillità, anche dopo qualche ora: molto comodo, vero?
Ma com’è questo labirinto? Il Labirinto della Masone è bellissimo, misterioso, affascinante: i bambù neri, che troverete all’inizio, sono molto suggestivi, così come quelli giganti, che si trovano in una delle “piazzette”, come le ha chiamate Emiliano. Il bambù, in alcuni punti, è cresciuto così tanto da creare una vera e propria volta, simile a quella di una cattedrale gotica. E, nonostante i 35 gradi, dentro il labirinto c’è ombra e noi non sentivamo tanto caldo, o forse eravamo così incantati ed impegnati a trovare la soluzione da non accorgercene.
Siamo finiti due o tre volte in un vicolo cieco, con grande disappunto del giovane esploratore, ma abbiamo capito presto la logica della spirale e in un’ora circa siamo arrivati all’uscita, ovvero alla piramide che sta al numero 15 del labirinto. Nonostante il caldo e la stanchezza io, sinceramente, l’avrei ripercorso subito, per provare altre strade, altri percorsi e rivedere la cattedrale di bambù.
I miei due uomini, più pragmatici, hanno preferito optare per una sosta al bar e al bookshop, dove avrei comprato tutti i bellissimi volumi pubblicati da Franco Maria Ricci.
All’uscita del Labirinto della Masone Emiliano ha sintetizzato il nostro pomeriggio dicendo:”Mi sono davvero divertito! Non immaginavo che un labirinto fosse così interessante!” E in effetti il Labirinto della Masone è davvero così: sorprendente, unico, un’opera d’arte all’aperto.
Per informazioni sul Labirinto della Masone clicca qui
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